MARISA MARTINELLI

PSICOLOGA – PSICOTERAPEUTA

Psicologa Psicoterapeuta Esperta in trattamento psicosomatico dei disturbi visivi

Svolge attività di Consulenza psicologia per adulti, ragazzi e bambini nell’ambito della relazione tra mente-corpo, tra occhio e psiche, e molti altri disturbi psicosomatici.  Infatti l’ambito dei suoi interventi come psicoterapeuta è proprio la cura di sintomi, di disagi psicofisici, di disturbi cronici  (colon irritabile, insonnia, asma, dolori muscolo-scheletrici, ecc…) che richiedono un ascolto multidisciplinare.

Conduce i seminari e i workshops  “VIVI LA VISTA” sul BENESSERE DEGLI OCCHI per genitori e bambini per la prevenzione primaria dei disturbi visivi insieme a Laura Canepa, Ortottista  www.vistabates.it

E’ socio fondatore e Vice-presidente della neoAssociazione AIVON (Associazione Internazionale Visione Olistica Naturale)  www.aivon.it; ha preso parte attiva all’organizzazione di seminari, conferenze e programmi di formazione sugli aspetti psicologici e psicosomatici della funzione visiva.

Da anni collabora con Associazioni e Enti di formazione per il personale sanitario interessato all’approccio multidisciplinare integrato, in qualità di relatore e docente nei percorsi di aggiornamento sui problemi legati alla funzione visiva. Non solo l’area dell’oculistica e della rieducazione visiva ma ha approfondito altri campi dove la psicologia medica si rivela essere un’importante chiave di lettura per la profonda comprensione della malattia e della relazione medico/paziente.

Altre aree di intervento: disagi relazionali, solitudine, tensioni muscolari, dolore osteo-articolare, disturbi della sfera uro-genitale e sessuale nell’uomo e nella donna, ansia, insonnia, ecc..

Insomma la psicoterapia è intesa da Lei come un affascinante viaggio condiviso che porta a sgomberare il cammino dagli ostacoli che impediscono la libera espressione di Sé e delle proprie potenzialità creative, illuminare le parti di Sé in ombra e a costruire la via della felicità.

CHE COS’E’ LA PSICOTERAPIA? COME SCEGLIERE LO PSICOLOGO-PSICOTERAPEUTA?
Nonostante ci sia molta chiarezza su gli indirizzi specialistici della medicina poche persone hanno ben chiaro cosa significa andare dallo psicoterapeuta, affrontare un percorso terapeutico accompagnati da un professionista del benessere psicofisico.
Molti arrivano alla consultazione psicologica come l’ultima spiaggia dopo numerosi tentativi di risolvere un disagio fisico, psichico o comportamentale. Che si tratti di sintomi di ansia, momenti di depressione, insonnia o problemi fisici (mal di testa, dolori di vario tipo, o disagio relazionale) o comportamentale approdare alla psicologia è un salto nel buio, che uno vive quasi con senso di sconfitta che lo porta a una ulteriore disistima di Sé. Vorrei perciò dedicare qualche riga a questo argomento per aiutare i lettori a comprendere un po’ meglio il ruolo dello psicologo e della psicoterapia nella cura del corpo e dell’anima.
L’essere umano è costituito da un corpo fisico, in quanto entità biologica ha delle necessità fisiologiche e materiali che gli consentono la sopravvivenza. Così il nostro cervello è stato diciamo programmato per compiere tutta una serie di processi neurofisiologici per garantire la sopravvivenza (respirazione, digestione, equilibrio posturale, ecc..), ma nel corso dell’evoluzione si sono sviluppati processi cognitivi (memoria, apprendimento, ecc..) e dinamiche psicosociali (appartenenza a gruppi, relazioni affettive, ecc…) ma anche processi psicologici e emozionali (aree motivazionali, sessualità, aggressività, paura, ecc…) che interagendo costantemente tra di loro determinano il nostro adattamento alla realtà e il nostro stile di vita.
Pertanto la comprensione di Sé parte da una adeguata attenzione alle numerose sfaccettature che compongono l’essere umano. Le cose non sono così semplici come apparvero all’inizio, nel senso che la mente non è composta solo da elementi di facile accesso, cioè ci sono operazioni mentali così complesse e sofisticate di cui noi non abbiamo consapevolezza. Freud con il concetto di inconscio ha introdotto la necessità di analizzare quello che avviene appunto a un livello che non è immediatamente riconoscibile e quindi gestibile per ottenere un cambiamento o una miglior performance di qualche natura.
La psicologia è stata riconosciuta la scienza che studia questi complessi meccanismi di immagazzinamento delle informazioni a livello cerebrale, analizza le complesse dinamiche intrapsichiche, favorisce una buona regolazione dei processi relazionali che risultano disfunzionali e interviene a liberare l’individuo da quei fattori psicologici che disturbano il sano equilibrio biopsicosomatico.
Le varie branche della psicologia che si sono sviluppate in questo ultimo secolo studiano varie sfere dell’essere umano, ci sono specialisti che si occupano della relazione mente-corpo (psicosomatica, psiconeuroendocrinoimmunologia, neuropsicologia, ecc..), di problemi di apprendimento nei bambini (dislessia, ritardi scolastici, ecc..), problemi comportamentali (anoressia, bulimia, manie ossessive, ecc..), relazionali (terapia della famiglia, di coppia, di comunità o di gruppo)… e ci sono anche aree che si occupano del sostegno in vari campi sociali (handicap, tossicodipendenze, pubblicità, lavoro, ecc..).
Ecco che nel scegliere lo psicoterapeuta è importante valutare l’area o la sfera in cui si colloca il problema principale che vogliamo affrontare per trovare il professionista che disponga di strumenti adatti alla nostra situazione.
Di solito lo psicoterapeuta essendo prima di tutto psicologo, se non nel primo colloquio, ha comunque gli strumenti (tests, colloquio clinico, osservazione) per riuscire a valutare efficacemente e di conseguenza indirizzare la persona verso una forma di psicoterapia che si adatta meglio alle necessità e agli obiettivi espressi nel colloquio.
Da questo punto di vista un buon consulto dovrebbe essere già considerato un atto terapeutico.

PERCHE’ L’INCONTRO CON LO PSICOTERAPEUTA DESTA SOSPETTI?
Perché l’incontro con lo psicoterapeuta desta ancora tanta perplessità e tanti dubbi?
Intanto chiariamo la differenza tra psicologo e psicoterapeuta.
Lo psicologo è il semplice laureato in psicologia che pertanto può svolgere attività di psicodiagnosi e di consulenza psicologica, di comunità, di ricerca o altro su cui si è specializzato nel corso degli studi. Psicoterapeuta è colui che dopo la laurea in Psicologia o medicina ha seguito una scuola di formazione quadriennale che lo abilita all’esercizio della psicoterapia nell’ambito prescelto. Questa prassi si è consolidata nel 1994…e questo ci fa capire che il ruolo di psicoterapeuta è stata una conquista recente sebbene già dai tempi di Freud e Jung con la diffusione della psicoanalisi si fossero istituiti dei training formativi che garantivano adeguata formazione a coloro che desideravano occuparsi di trattamento della psiche. Fanno ancora parte di questi gruppi le varie società o associazioni di psicoanalisti (vedi scuola Junghiana, Kleininiana, ecc.. seconda della metodologia di riferimento).
In questo contesto vorrei definire la psicoterapia secondo quanto affermò uno psichiatra inglese nel lontano 1872:“la guarigione del corpo mediante le funzioni psichiche del paziente”. La lettura di questa definizione mantiene a tutt’oggi la sua scientifica modernità se aggiungiamo “che trattasi di un intervento sulla psiche attraverso la relazione terapeutica, ovvero l’intervento di un’altra mente quella del terapeuta sul paziente” .La prima definizione lascia intravedere il ruolo attivo e non passivo della persona nel processo di cura tanto da considerare il chiaro potere di autoguarigione insito nell’organismo… E’ il nostro corpo che cura se stesso con l’intervento di un altro che da fuori “vede cose che l’altro non riesce a vedere” quindi lo guida verso una visione più ampia della sua situazione!
Resta valida la metafora di LEUNER H.C. autorevole Psicoterapeuta tedesco che ha dato origine alla Psicoterapia Immaginativa con il VIC (Vissuto Immaginativo Catatimico) che paragonava il paziente al sommozzatore che si accinge a fare un’immersione e il terapeuta è l’esperto che stando fuori dell’acqua lo può aiutare a scendere, ad esplorare il fondo fornendo gli strumenti adeguati e le coordinate per muoversi e operare in sicurezza.
La cosa confortante, al di là delle definizioni, è che finalmente è possibile verificare l’efficacia della psicoterapia, questo grazie alle tecniche di neuroimaging come la fMRI o la SPECT che mettono in rilievo i cambiamenti nelle aree del cervello prima e dopo la psicoterapia e in alcuni studi si evidenzia addirittura la sua superiorità rispetto alle cure farmacologiche.
Vorrei spendere ancora due parole per illustrare brevissimamente l’approccio psicodinamico che si è evoluto dalle teorie psicoanalitiche (Freud-Jung), arricchendosi con le teorie della psicologia dello sviluppo e dell’attaccamento, fino a integrarsi sempre di più con altri orientamenti teorici e clinici che hanno consentito una maggior approfondimento delle dinamiche dell’essere umano, rendendo questa disciplina sempre più articolata e complessa, perché l’essere umano la mente e la vita sono fenomeni misteriosi di cui abbiamo ancora molto da scoprire.
L’approccio psicodinamico, quello derivante dalle teorie psicoanalitiche della personalità, forse il più criticato fin dagli albori della psicoterapia perchè considerato meno scientifico rispetto ad esempio all’orientamento cognitivo-comportamentale, si rivela oggi il più completo nello studio e nella valutazione della salute generale di chi ha affrontato questo tipo di percorso. Una psicoterapia non deve servire soltanto a liberarti dei sintomi o dei malanni ma ad attivare risorse, a favorire un sano adattamento alla realtà, migliorare il dialogo con il proprio corpo, le varie parti di Sé, e con gli altri.
Tutte le psicoterapie stimolano la capacità di autoriflessione e di sintonizzazione … le aree che si attivano infatti sono quelle che sono state denominate dai neurobiologi “circuito della risonanza” (neuroni specchio). Scoprire se stessi, la propria anima, dare un senso e un significato alla propria vita, manifestare i propri talenti … insomma aprire il cuore alle infinite potenzialità e inseguire la felicità, finalmente possiamo scientificamente affermare che la psicoterapia, non è oscura magia, ma la scienza che aiuta a costruire benessere e stimolare capacità e risorse mentali per evolvere e far evolvere l’essere umano verso la felicità.

CHE COS’E’ LA PSICOTERAPIA?
Proviamo ora ad aprire una finestra nella stanza di analisi. Arriva una telefonata … lì si stabilisce un primo contatto, il terapeuta si accinge ad accogliere il paziente/cliente, attraverso la voce. Il terapeuta prende appuntamento, di solito al telefono non si parla della motivazione di consulto, nel rispetto delle reciproche esigenze di orario.
Quasi tutti vogliono sapere “quanto dura?”, “quante sedute mi serviranno per eliminare il mio problema?”, “per quanto tempo devo venire qua?”. Queste sono le domande a cui non è che non è lecito offrire una risposta ma ognuno di noi è un mondo talmente unico e speciale che anche la durata del trattamento è sempre
soggettiva. La relazione che si stabilisce tra paziente e terapeuta è unica e speciale … irripetibile … anche se ci sono orientamenti che precisano la durata del trattamento o talvolta per vari motivi è necessario stabilire un limite alle sedute, anzi in molto casi può esser addirittura più produttivo. Anche questo va concordato. Tutte le regole che vengono date in terapia hanno come elemento comune il rispetto della persona e il raggiungimento degli obiettivi prefissati…il benessere psicofisico.
Dopo 3 – 4 incontri il terapeuta valuta le richieste del suo cliente, gli propone un programma terapeutico ed entrambi si accordano sulla frequenza delle sedute, il tipo di onorario e si fa presente la metodologia che verrà utilizzata nel corso degli incontri.
L’uso del lettino dipende dalla formazione del terapeuta. Il lettino serve a far rilassare il paziente quindi ogni volta che sia necessario eseguire qualche tecnica di rilassamento si suggerisce di distendersi per raggiungere un miglior stato di distensione psicofisica, si usa non solo nella fase di apprendimento delle tecniche di rilassamento ma anche come preparazione per le sedute VIC in cui si accompagna la persona all’esperienza con il sogno diurno VIC. Personalmente dall’inizio della mia attività di psicoterapeuta ho modificato lo stile di accompagnamento del paziente sul lettino passando dalla posizione dietro il lettino cioè fuori dallo sguardo del paziente alla posizione a fianco del paziente, una posizione più alla pari. Fuori della portata dello sguardo ma disponibile ad incontrare lo sguardo del paziente se serve!
Io amo parlare della psicoterapia in termini di esperienza terapeutica perché è difficile raccontare a parole qualcosa che va la di là delle parole … Come ogni incontro con un’altra persona anche l’incontro con il terapeuta è uno scambio fatto non solo di parole ma coinvolge l’intera personalità sguardi, gesti, sospiri, urla, talvolta è il corpo che grida talvolta la voce non esce e si disegna, si sogna, …..si comunica anche consigliando qualche libro da leggere!
Ah! La stanza di analisi non accoglie solo l’analisi della sofferenza, elaborazione di traumi e esperienze disturbanti del passato ma ci si prende cura del mondo dei desideri e delle fantasie che caratterizzano il presente, si imparano anche delle tecniche di rilassamento e di gestione dello stress insomma ci si attiva per sviluppare talenti e tutto ciò contribuisce a stimolare il potere di autoguarigione che c’è dentro di noi. Abbiamo osservato. A questo punto mi piace l’idea di fare spazio a qualche contributo personale di chi ha
vissuto questa esperienza in qualità di paziente.

CHE COSA SI INTENDE PER INTERPRETAZIONE PSICOSOMATICA DEI DISTURBI VISIVI?
Si parte dall’antico presupposto teorico che mente e corpo interagiscono costantemente, gli stati affettivi influenzano il corpo e viceversa.
In particolare nei cosiddetti «vizi di rifrazione» che non sono determinati né da lesioni anatomiche né da patologie , bensì rappresentano una difficoltà nel mettere a fuoco le immagini a certe distanze e di utilizzare adeguatamente le informazioni provenienti dai due occhi, troviamo la loro origine in una disfunzione del processo di analisi, selezione, e organizzazione delle informazioni sensoriali a livello cerebrale. Dunque non è l’occhio ad essere miope ma il cervello.
In questi casi, noi non ci accontentiamo di compensare un difetto o di correggere il deficit con l’occhiale o le LAC, ma vogliamo scoprire che cosa è successo, in quella persona, a limitare, inibire, offuscare o distorcere la naturale messa a fuoco delle immagini, a un livello più profondo.
Si tratta di una paura a vedere certe cose? Oppure mancano al cervello delle informazioni, degli schemi adeguati per riconoscere e o dare un senso a ciò che vede? C’è l’incapacità di accettare dei lati di se stessi o della realtà? Ecco che l’intervento psicologico aiuta il soggetto a guardarsi dentro, cercare dentro di sé le risposte a ciò che non vede o vede male. Per noi non esistono due miopie uguali seppure corrispondono alla stessa gradazione ottica.

COME SI E’ GIUNTI A SCOPRIRE IL NESSO TRA DISTURBI VISIVI E PROBLEMI PSICOSOMATICI?
William Bates, famoso oftalmologo americano, negli Anni ‘40 del Novecento ipotizzò che la tensione mentale cronica avrebbe potuto provocare, con il tempo, somatizzazioni funzionali (miopia, presbiopia, astigmatismo, ecc.).
Tra i medici psicosomatisti Groddeck, è stato il primo ad affermare la miopia è una rimozione che si manifesta a livello corporeo con il restringimento del campo visivo, ma già Freud aveva parlato di disturbi visivi psicogeni, dovuti a traumi e a conflitti che si esprimevano con un indebolimento della vista.
Oggi le recenti ricerche in ambito neurofisiologico e psicodinamico hanno posto in evidenza la complessità del sistema visivo e hanno indotto a cercare le cause di un problema di Vista non fisiopatologico in una disfunzione del processo di analisi, selezione, riconoscimento e interpretazione delle informazioni sensoriali.
L’approccio olistico spiega l’eziologia multifattoriale, dove elementi genetici, ambientali, eventi traumatici, stress psicoemozionale possono dar origine a patologie organiche vere e proprie (ad esempio, glaucoma, retiniti emorragiche, occhio asciutto, congiuntiviti, uveiti e così via).
La dottoressa Strempel oftalmologa della clinica dell’Università di Marburg ha dimostrato per esempio quanto lo stress contribuisce ad aumentare lo pressione endoculare.
In più di venti anni di ricerche ha dimostrato che, i pazienti con glaucoma che hanno seguito anche terapie psicologiche con tecniche di rilassamento, ipnosi visualizzazioni guidate e musicoterapia hanno ottenuto un netto miglioramento della P.O. (pressione endoculare), riduzione del livello degli ormoni dello stress, miglioramento della microcircolazione sanguigna a livello retinico, miglioramento dell’umore, di conseguenza questi soggetti sono stati in grado di sospendere o ridurre la terapia farmacologica locale, rispetto al gruppo di controllo che aveva fatto uso soltanto di rimedi tradizionali.
E’ così che si è fatta strada la necessità di un intervento psicologico come terapia di accompagnamento per i molti problemi visivi. Il linguaggio degli occhi, permette di raggiungere la nostra anima e di creare il proprio punto di vista per costruire la nostra felicità.
Nella relazione presentata al convegno AIVON nel maggio di quest’anno, dedicato all’approfondimento dell’approccio multidisciplinare nel campo della cura e della profilassi dei disturbi visivi, ho sintetizzato così il valore dell’intervento psicologico in campo oculistico.
Attraverso l’approccio psicologico integrato al sistema visivo abbiamo la possibilità di fare:
– prevenzione primaria nell’individuare precocemente un problema nel sistema di elaborazione della mente;
– prevenzione secondaria nell’aiutare la persona ad utilizzare strategie efficaci di gestioni dello stress: tecniche di rilassamento, meditazione, elaborazione di schemi adattivi disfunzionali, attività fisica, rieducazione visiva, igiene visiva o altri interventi sulla postura;
– interventi di ristrutturazione della personalità (rielaborazione di traumi, curare le ferite di attaccamento, rafforzare le risorse interiori e le potenzialità inibite), acquisizione di strategie di autoefficacia e miglioramento dell’autostima.

QUALI SONO LE TECNICHE CHE LA PSICOTERAPIA DEI DISTURBI VISIVI METTE IN ATTO?
Principalmente il rilassamento. Quando la mente è attraversata da pensieri disturbanti, da emozioni intense per esempio di rabbia o di paura, o vissuti di disperata solitudine, le naturali capacità dell’occhio di esplorare l’ambiente e di mantenere uno sguardo flessibile vengono bloccate, il campo visivo si restringe, i meccanismi neuroregolatori si inceppano e la vista risulta difettosa.
La bioenergetica, la musicoterapia immaginativa, il Biofeedback, il Feldenkrais l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocesssing) e la psicoterapia psicodinamica, questi i principali strumenti psicologici che hanno garantito un buon successo nel campo della psicosomatica oculare.
Tutti metodi assolutamente naturali, che consentono di migliorare l’autostima, rielaborare schemi disfunzionali e accettare serenamente la realtà, dinamizzare e stimolare la qualità della visione interiore, risolvere traumi del passato.

QUALI SONO I PRINCIPALI PERCORSI DI RIEDUCAZIONE VISIVA DAL PUNTO DI VISTA PSICOSOMATICO?
Come ho già accennato, Bates fu il primo a rendersi conto che un adeguato lavoro di rilassamento e di rieducazione muscolare dell’apparato visivo poteva permettere una regressione di certi difetti di vista. Così sono state messe a punto, con varie esperienze internazionali, tecniche di stimolazione della funzione visiva con specifici esercizi psicofisici che, unitamente al raggiungimento della consapevolezza di se stessi, consentono di recuperare uno «stile di vista» sereno e rilassato .
Bisogna interrompere la risposta neurofisiologica correlata, attraverso adeguati programmi di scioglimento delle tensioni, vuoi a livello fisico che psichico.
Prendendo ancora spunto dalla relazione tenutasi al convegno AIVON si deduce quanto segue:
L’approccio biopsicosomatico è un orientamento psicodinamico che si focalizza sulla mente e sul corpo con tecniche e metodologie tra loro compatibili.
– Intervento integrato tra approcci clinici diversi ma compatibili tra di loro: medico, psicologico, ortottico, posturologico, ottico-optometrico,
– La Psicoterapia integrata: valutazione psicodiagnostica, ascolto, rilassamento e immaginazione,
– Valorizzazione delle risorse e delle potenzialità personali
– Attenuazione dello stress traumatico
È possibile sperimentare l’approccio integrato per la cura degli occhi nei corsi di gruppo che tengo periodicamente con Laura Canepa, ortottista, che partendo dall’analisi ortottica tradizionale ha arricchito il suo olismo con diversi metodi che lavorano sulle qualità psicosensoriali della visione e il riequilibrio energetico.

POSSIAMO DUNQUE AFFERMARE CHE, RIVOLGENDOSI ALLO PSICOTERAPEUTA, UNA PERSONA CON DISTURBI VISIVI OTTIENE IN OGNI CASO UN MIGLIORAMENTO E UNO STATO DI BENESSERE GENERALE, SIA PUR CONTINUANDO AD INDOSSARE GLI OCCHIALI?
Non c’è dubbio. Ad esempio il superamento dello stato depressivo in caso di una diagnosi di malattia, che se trascurato potrebbe peggiorare il sintomo di per se debilitante perché sappiamo oggi , grazie alla psiconeuroendocrinoimmunologia, il ruolo cruciale dello stato emozionale nell’attivare o disattivare l’azione del sistema immunitario.
Inoltre una delle motivazioni che spingono spesso molte persone a chiedere aiuto per affrontare l’ansia delle visite oculistiche. Molte di loro sono tremendamente preoccupate e spesso non vanno dal medico per evitare di confrontarsi con questa sensazione che li spaventa.
Così l’intervento dello psicologo può essere d’aiuto attraverso interventi di sostegno e di attivazione di risorse (il “luogo sicuro”) e per liberare la mente da pensieri disturbanti e arrivare rilassati ad affrontare il controllo oculistico.
Insomma, l’optometrista aggiornato può aiutare il cliente ad ottenere molto di più di un semplice paio di occhiali, sia pure griffati. La relazione, che io e Marcuglia, abbiamo presentato al 1° convegno AIVON, parla proprio dell’occhio che specchio della salute costituisce la via regia per raggiungere l’anima.
L’anima di chi soffre, nasconde la sua sofferenza dietro un paio di occhiali. Chi arriva di fronte allo specialista della vista viene invitato a liberarsi, invitato a manifestare il suo malessere finora tenuto nascosto, spesso trattenuto dal pudore, dal disagio e dalla vergogna di lasciare libere le nostre emozioni.
La consapevolezza dell’importanza del benessere psicofisico induce l’individuo a non focalizzare il suo malessere solo sull’occhio e lo mette nella condizione di accettare meglio l’eventuale correzione del difetto riscontrato e quindi ad un uso più proficuo degli occhiali o LAC.

UN CONSIGLIO PER I LETTORI?
“L’essenziale è invisibile agli occhi”…..”le cose migliori si sentono ma non si vedono”… Abbiamo bisogno di vedere con i nostri sensi e non solo fare calcoli e mostrare agli altri un’immagine confezionata di noi stessi …capire e capirsi, entrare in contatto con le nostre e altrui emozioni. Dare un senso alla propria vita partendo da se stessi e dalla propria interiorità.
“Imparare a vedere con il cuore, la mente e la consapevolezza!”
Abituarsi a osservare la natura, le persone, le cose con occhi diversi. Gustarsi i colori di un tramonto e, magari, fermi al semaforo rosso, invece di scalpitare e arrabbiarsi perché si è in ritardo, chiedersi: «Ne va forse della mia sopravvivenza?». Poi fare un bel respiro e godere della luce rossa del semaforo. Infine, guardarsi attorno con dolcezza e aspettare il fervido verde.
Meditare o passare almeno mezz’ora al giorno in silenzio … al buio, in posizione di palming, lasciate scorrere la fantasia, entrate nel vostro “luogo sicuro”, nel vostro “rifugio interiore” dove proiettare i vostri sogni, abbandonarvi ai vostri paesaggi interiori senza censura e giudizi. Se emergono stati d’animo sgradevoli, accoglieteli, lasciate spazio alle lacrime e al dolore …. Ricordatevi che le emozioni hanno solo bisogno di muoversi …(ex..movere), vogliono soltanto uscire … come nubi che scaricano la pioggia si dissolveranno e un bellissimo arcobaleno apparirà in cielo. Respirate questa atmosfera di purezza e godetevi il sereno e la chiarezza dello spazio infinito davanti ai vostri occhi. Buona visione!

MARISA MARTINELLI
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